L’emergenza sanitaria, che caratterizza il 2020, sta avendo grandi ripercussioni sull’economia mondiale. Gli effetti del Coronavirus si riflettono sui mercati e sulle aziende. Le compagnie aeree ed energetiche, e in generale le multinazionali attive in Cina, sono solo alcune delle realtà imprenditoriali che hanno subito delle perdite. Starbucks, ad esempio, ha dovuto chiudere metà dei suoi negozi in Cina. Il rallentamento dell’economia cinese si è riservato sul mercato del petrolio causando uno shock record della domanda che è crollata del 20% – 3 milioni di barili in meno al giorno – e molti la definiscono la più grande crisi dal 2008. Ecco due case history sugli efffetti del coronavirus.
Coronavirus e birra Corona
Il coronavirus ha effetti negativi anche su brand noti come Corona. Da un’analisi dei trend di ricerca di Google è emerso che molti utenti associano l’epidemia alla birra Corona. Ne consegue che le ricerche attraverso il motore di ricerca delle keyword “Corona beer virus”, “beer virus” e “beer coronavirus” sono molto alte. Nel frattempo il titolo in borsa di Constellation Brands, produttore della Corona, segna un -3%.
Pur non esistendo nessuna correlazione tra il prodotto e il virus, l’ironia ai tempi di internet e dei social si è scatenata e ha generato una brand reputation negativa: tra i meme più famosi vi è quello di un gruppo di birre con la mascherina che prendono le distanze dalla birra corona extra. Il risultato è un danno per l’azienda non solo d’immagine, ma anche economico.
Tuttavia l’azienda dichiara di non aver rilevato grandi impatti sulle vendite USA del brand.
“I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per coloro che sono stati impattati da questo terribile virus e speriamo che gli sforzi per contenerlo acquistino trazione”, ha dichiarato Bill Newlands, Ceo di Constellation. “Non abbiamo rilevato impatti per la nostra gente, i nostri impianti e le nostre operazioni. Il nostro business – ha aggiunto – continua a funzionare bene”.
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Boom in borsa per i produttori di mascherine
Al contrario, per i produttori di mascherine la crisi non si fa sentire. La giapponese Kawamoto, produttrice di mascherine, è quella che ha registrato il maggiore incremento in borsa: il suo titolo è raddoppiato. In generale la richiesta e produzione di mascherine e di disinfettanti per le mani come la nota Amuchina – introvabile in questi giorni – è aumentata in tutto il mondo.