Mai così tanti occupati dal 1977. Ad agosto i contratti a tempo indeterminato sono stati oltre 50.000 e la disoccupazione va sotto al 10%, tuttavia in Europa l’Italia resta terzultima. Dopo di noi, solo la Grecia con un tasso pari al 19,1% a giugno e la Spagna (15,2%). Repubblica ceca (2,5%), Germania e Polonia (3,4%) invece sono i Paesi con meno disoccupati.

“Nell’arco dei dodici mesi – scrive l’Istat – la crescita occupazionale rimane consistente, concentrata tra i lavoratori a termine e gli ultracinquantenni. Meno intense le variazioni dell’inattività che registra comunque un saldo annuo positivo. Ad agosto, dopo la flessione dei due mesi precedenti, si stima una ripresa dell’occupazione che coinvolge sia i dipendenti permanenti sia quelli a termine, mentre calano gli indipendenti. Il tasso di occupazione raggiunge il 59% e la disoccupazione scende sotto la soglia del 10%.”

Sono gli over 50 a trainare l’occupazione con 393.000 di occupati in più rispetto ad agosto 2017; mentre si è registrato un calo di 56.000 unità tra i 35 e i 49 anni, un calo di 16.000 occupati tra i 25 e i 34 anni e una riduzione di 9.000 unità tra i 15 e i 24 anni. Il tasso di occupazione quindi sale per tutte le fasce di età, ad esclusione di quella under 25.

Disoccupazione: come aiutare i giovani?

Per aiutare i giovani a trovare un’occupazione in linea con i propri studi universitari è necessario creare politiche di inclusione basate sul fare rete. Fare rete significa creare un circolo virtuoso tra mondo del lavoro, università e neolaureati. Un’economia circolare in cui, grazie al dialogo e alla condivisione del know how, le imprese possano “assorbire” i giovani universitari nelle loro realtà per fornire loro competenze pratiche. Queste competenze si affiancheranno al bagaglio culturale fornito dall’università negli anni di studio precedenti. L’obiettivo è quindi valorizzare il capitale umano e talentuoso che l’Italia possiede.

Un esempio d’eccellenza del fare rete tra università e mondo del lavoro, è dato dal network “Amici Unicusano”. L’università Niccolò Cusano ha infatti creato un sistema per connettere giovani e imprese, attraverso il sostegno alla ricerca scientifica. Un progetto nobile che confluisce nella lodevole iniziativa 1L-1L (una laurea, un lavoro). Amici Unicusano è dunque una rete di scambio, un sistema tra imprese che collaborano. Per approfondire come funziona, vi invitiamo a cliccare qui.