L’espressione economia della conoscenza è stata coniata da Peter Drucker per indicare l’uso di informazioni volte a generare valore. Il valore della conoscenza sta nella sua creazione, diffusione e utilizzo. Per un’impresa l’economia della conoscenza è una risorsa per trarre vantaggio competitivo. È un’economia fatta di scelte che presuppone legami forti tra apprendimento, innovazione e competitività. I processi di innovazione sono caratterizzati da alti livelli di formazione, da abilità e competenze che presuppongono apertura mentale, flessibilità, connessioni. Siamo figli della cultura self made, del “farsi da solo”; ma senza il fare rete non si sviluppano relazioni autentiche e costruttive. La conoscenza, dunque, viene vista come un bene economico con effetti positivi sul benessere collettivo e individuale.

Economia della conoscenza

In ambito lavorativo, i fondamenti di questa tipologia di economia si sintetizzano in 2 punti:

  • Centralità della persona: ovvero del capitale umano che rappresenta e assicura anche la solidità dell’azienda;
  • Centralità dei prodotti, servizi e processi che migliorano le condizioni di lavoro, il benessere e il profitto dell’imprenditore.

Ciò fa sì che l’impresa sia rappresentata come un sistema vivente che evolve. Nessuna staticità, perché come sosteneva Eraclito “Panta Rei”, tutto è in perenne movimento e la staticità è morte.

La velocità con cui la conoscenza si propaga è un tratto distintivo della nostra era digitale: l’economia della conoscenza è un’economia globale, che supera i confini tradizionali delle reti locali. La conoscenza, infatti, è un bene economico intangibile, tacito, non “rivale”.

L’azienda per adeguarsi agli standard di qualità e innovazione tipici dell’economia della conoscenza è necessario che assuma una vision partecipativa e una nuova cultura del lavoro. È necessario che vi sia volontà di condividere conoscenza. Condividere il sapere permette di migliorare gli ambienti di lavoro, i prodotti e i processi organizzativi.

I risultati di una cooperazione intelligente non tarderanno ad arrivare. Bisogna però abbattere le resistenze mentali, ormai diventate abitudini.