La digitalizzazione italiana è iniziata con l’avvento del computer, si è sviluppata con l’era di internet ed è esplosa con lo smartphone, l’intelligenza artificiale e i big data. Eppure, la rivoluzione digitale sembrerebbe in ritardo nella nostra economia.
Il ritardo digitale è molto preoccupante. Il rischio sta nel non saper cogliere le opportunità insite nella digitalizzazione. Opportunità che sono anche sfide per il nostro Paese. Nei prossimi dieci anni, 500 milioni di persone dovranno riconvertire i loro ruoli professionali e acquisire nuove skill. La rivoluzione digitale dovrebbe pertanto iniziare nelle scuole e nell’università. E continuare nella rete imprese Italia.
Le PMI italiane tuttavia faticano a sfruttare le opportunità della rivoluzione digitale. Come superare allora il ritardo digitale? Grazie a nuovi sistemi che permettano di fare networking e che arricchiscono, di conseguenza, le relazioni. Sviluppare la cultura del digitale richiede soluzioni pratiche a disposizione delle grandi aziende e soprattutto delle piccole medie imprese.
“È questa la digital democracy che porta vantaggio competitivo attraverso il digitale a tutti.” – Federico Leproux (CEO di TeamSystem).
Fare Rete: il successo del networking
Superare il ritardo digitale si può. La chiave del successo è nel fare rete. Dalla Harward Business School, infatti, emerge come il successo degli individui dipenda proprio dalla capacità di fare rete e di usare il networking.
Secondo i prof. Ibarra e Hunter, esistono tre tipi di rete e per avere successo è necessario che esse si intersechino.
- Rete operativa: è la rete che ha come funzione lo svolgere attività operative di routine. Rientrano in essa i team che gestiscono progetti e soprattutto le persone che possono favorire o bloccarne lo start o le attività che vi riguardano.
- Rete personale: sono coloro con cui condividiamo interessi, sapere, capacità e problem solving. Generalmente svolgono il nostro stesso lavoro ma in altre realtà aziendali. È importante coltivare la rete personale perché ci permette di monitorare l’evoluzione del nostro settore e della nostra professione.
- Rete strategica: è quella determinante per capire dove sta andando l’azienda. In particolar modo ci permette di individuare le opportunità del mercato. L’evoluzione delle imprese è in fieri e quindi continua; tuttavia i cambiamenti avvengono sempre sotto banco e questo talvolta è controproducente.
A quelle individuate dai prof. di Harward, noi aggiungiamo una quarta tipologia: la rete sociale. Perché? La comunità si fonda sul valore delle relazioni umane. La rete sociale è dunque l’insieme delle relazioni e dei legami esistenti tra individui. Connessioni umane che valgono più di qualsiasi altra cosa.
Rivoluzione Digitale: differenza tra Rete e Sistema
Una sostanziale differenza tra rete e sistema sta nell’interazione. Potremmo dire:
- Sistema: interazione come interdipendenza
- Rete: interazione come comunicazione
Nel sistema, le unità che lo compongono hanno ruoli differenti, specifici e interdipendenti. Esse contribuiscono al funzionamento del sistema stesso. Nella rete, invece, tutte le unità sono in relazione diretta con il soggetto che funge da centro del network. Quindi diventa fondamentale la comunicazione e le relazioni attive tra le differenti unità.
Alla luce delle precedenti considerazioni, possiamo spiegare cos’è Amici Unicusano. È network aziendale. È una rete che fa sistema. Cosa significa? Opportunità per le piccole medie imprese. Le PMI entrano in una rete imprese che ruota attorno alla Università Cusano e diventano sistema, proprio per il ruolo specifico e interdipendente di ognuno. Imprese che contribuiscono al funzionamento del sistema con il proprio impegno, con la condivisione di idee e proposte imprenditoriali. Focus del fare rete per Amici Unicusano è la ricerca scientifica e universitaria che si svolge nei laboratori interni del campus di Roma.
Scopri come aderire alla Rete Imprese Amici Unicusano.
In questa visione strategica di insieme, è importante cooperare anche con partner internazionali.
«È importante rafforzare la cooperazione con partner strategici come gli Stati Uniti nelle principali tematiche trasversali skills & jobs, infrastrutture di ricerca, sostenibilità e usi economici». – Emilio Fortunato Campana (direttore del dipartimento Diiet del Cnr).
Le eccellenze italiane sono tante e hanno l’arduo compito di risollevare la nostra economia. Idem la pubblica amministrazione, la cui digitalizzazione è stata affrontata durante la Digital Week tenutasi dal 15 al 18 marzo a Milano.
Alcuni passi della digitalizzazione italiana già avviati:
- Start-Up: in Italia ci sono oltre cinquemila start up, un’accelerazione dovuta anche ad una legge de governo Monti. Oggi, infatti, chi vuole realizzare una start up, può contare sui fondi europei.
- Agenda Digitale Italiana: riguarda anagrafe, identità, fatturazione. Strategia tracciata dal governo Letta.
- Posta Certificata: la cosiddetta PEC, tra stato e cittadino, è stata introdotta dal governo Berlusconi.
- Dichiarazione dei diritti in Internet: una guida per promuovere leggi sul digitale, votata all’unanimità dalla Camera dei Deputati.
La rivoluzione digitale in Italia è iniziata. Ora è necessario correre.