Il mondo delle imprese, delle università, degli studenti – laureati e non – entrano in contatto tra loro. Tutto viene assemblato nel grande progetto dell’Università Niccolò Cusano: “Amici Unicusano”. Tra le tante aziende che hanno deciso di dare il proprio contributo alla ricerca, c’è Trias.

Radio Cusano Campus intervista Mauro Tartamelli, fondatore e amministratore delegato

Come è nata la scelta di aderire al progetto “Amici Unicusano”?

«Senza dubbio riconosciamo il valore di questo progetto, perché crediamo che possa dare un valido aiuto alle aziende che aderiscono all’iniziativa sia un’occasione agli studenti per avere un approccio con il mondo del lavoro. Sappiamo bene che oggi le aziende cercano personale con esperienza ma se non si dà mai ai giovani di farla, diventa difficile per loro trovare un’occupazione valida. In collaborazione con l’università si può riuscire a dare la giusta occasione agli studenti secondo le loro attitudine e il loro percorso di studio. Così nasce un proficuo scambio tra aziende e giovani lavoratori»

Chi vuole crescere ha bisogno di fare rete?

«Certo, infatti è un’occasione d’oro per gli studenti e per le aziende. Se l’azienda forma una risorsa, e la vede crescere, ha tutto l’interesse a non lasciarla andare per garantire lo sviluppo dell’azienda sia del personale. È una duplice occasione»

Di cosa si occupa Trias?

«Noi abbiamo sviluppato e realizzato il primo smart fasciatoio. Abbiamo visto quanto fossero pericolosi gli attuali fasciatoi in commercio. Le statistiche riguardanti l’infanzia, e in particolare i bambini da 0 a 2 anni, mostrano come una delle principali cause di incidenti domestici sia la caduta dal fasciatoio. Quindi noi abbiamo deciso di realizzarne uno smart che abbiamo chiamato il “Dieghino”, dal nome di mio figlio. Abbiamo pensato a un dispositivo di sicurezza sviluppato ascoltando un gruppo di mamme e le loro esigenze. Ne è nato un prodotto con sponde rigide, non morbide e con un dispositivo rotante in grado di bloccare il bambino in altezza.  Il bambino non pocadere ma lasciando al genitore la libertà di movimento per poter cambiare il figlio»

 

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