La chiamano la generazione Neet, acronimo di Not Engaged in Education, Employment or Training. Sono coloro che non studiano e non lavorano. Nel 2013, secondo i dati Eurostat, erano a quota 2,4 milioni, pari al 26 % dei giovani tra i 15 e i 29 anni. Ultimi sono la Bulgaria e la Grecia, dopo l’Italia.
Giovani ai margini della vita, con grande rischio di disagio economico, emotivo, psicologico. Anche Papa Francesco, durante l’incontro con circa trecento giovani in preparazione del Sinodo dei vescovi, ha esordito ricordando come la mancanza di lavoro per i giovani sia un peccato sociale. La mancanza di lavoro conduce a dipendenze e depressione: conduce ad una società malata.
“Non chiamateci neet”- il racconto di Anita in un video di La7, pubblicato a luglio 2017.
“Per sintonizzarci sulla lunghezza d’onda delle giovani generazioni è di grande aiuto un dialogo serrato” – Papa Francesco
Un invito, quello del pontefice, che auspica al dialogo tra giovani e istituzioni per ascoltare i loro sogni ed accogliere le loro paure. Le istituzioni, in primis le università, hanno il compito arduo di offrire opportunità che sono anche speranza d’occupazione. Come? Attraverso servizi adeguati di Job Placement. Gli Atenei devono assumere il ruolo di intermediari tra giovani e lavoro al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Giovani e Lavoro: occupazione e dati sul mercato del lavoro in Italia
Prima di affrontare il tema Università e Lavoro, è importante avere una panoramica sui giovani e lavoro.
Da pochi giorni, è stata resa nota la sesta “Nota trimestrale congiunta” sulle tendenze dell’occupazione, relativa al quarto trimestre 2017. I dati del quarto trimestre 2017 sono incentrati sul tema giovani e lavoro in Italia. Il Report diffuso da Istat-Ministero del Lavoro-Inps-Inail-Anpal, evidenzia come nel quarto trimestre ci sia stata una lieve crescita dell’occupazione su base annua. C’è tuttavia meno fiducia rispetto al 2016, anno in cui l’occupazione è stata trainata soprattutto dagli incentivi contributivi “Renzi”. Causa di ciò è il calo del 10% delle attivazioni e/o trasformazioni a tempo indeterminato con tutele crescenti. Infatti il 2017 è stato l’anno con il numero più alto di contratti a termine (oltre 1.800.00) dopo il 2011.
Università e Lavoro: coordinamento tra enti formativi e mercato del lavoro
Negli ultimi anni, c’è stato un forte calo delle immatricolazioni nel sistema universitario italiano. Calo evidente soprattutto al sud non solo per la diminuzione di studenti che decidono di immatricolarsi; ma anche per i costanti flussi di mobilità dei giovani che dal Mezzogiorno si spostano per studiare in altre regioni.
Le università, dunque, hanno il compito:
- di rispondere alle esigenze formative legate all’economia della conoscenza;
- di far fronte alla crescente richiesta di competenze trasversali e di apprendimento.
Le università possono e devono creare appeal sui giovani attraverso i servizi offerti (oltre alla qualità della didattica). Sono, infatti, istituzioni depositarie della conoscenza, dell’innovazione, della crescita del capitale umano e di conseguenza del nostro territorio. Già nei primi anni ’90, il Libro Bianco di Delors evidenziava l’importanza di un coordinamento tra gli enti formativi e il mercato del lavoro. L’obiettivo primario è garantire ai giovani, che concludono la loro formazione, un bagaglio di conoscenze e competenze utili al mondo lavorativo.
“Università e Lavoro” è anche uno dei temi dell’Unione Europea: le università sono determinanti nella crescita dell’Europa. L’obiettivo prescelto dal Consiglio europeo di Lisbona è proprio quello di fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. Nuovi e migliori posti di lavoro per una crescita economica sostenibile.
Ne consegue, ancora una volta, l’importanza del dialogo tra università e aziende che appartengono al mercato del lavoro.
In linea con questa coesione sociale che abbraccia Giovani, Università e Lavoro; l’Università Niccolò Cusano ha dato vita al progetto “1 Laurea – 1 Lavoro” con la sua rete d’imprese Amici Unicusano.
Il progetto ambizioso si realizza attraverso la matrice tridimensionale di Amici Unicusano. Un network di aziende che, a fronte di un investimento simbolico nella ricerca scientifica, supportano anche l’iniziativa “1 Laurea – 1 Lavoro”. Le aziende “Amiche” della Cusano potranno dunque attingere ai migliori laureandi e laureati provenienti dall’Ateneo. Capitale umano, altamente qualificato, da inserire in azienda con formula di stage o tirocinio; in modo da valutare la loro futura assunzione. Un’opportunità e una rete virtuosa che possono ridare la speranza ai giovani.
Se sei un’azienda puoi entrare nel network Amici Unicusano e accogliere risorse umane nel tuo team. Scopri come fare rete ed aderire al progetto Amici Unicusano, cliccando qui.